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Emilia-Romagna

Educazione e cultura: un mondo dietro il judo

Il 30 aprile a Reggio Emilia il quinto Memorial Otello Bisi, per ricordare uno storico dirigente Uisp e il suo approccio etico ed estetico allo sport

La sala del circolo del Parco del Carrozzone durante il Memorial Bisidi Vittorio Martone


REGGIO EMILIA - "Pensavo di portare mio figlio semplicemente a fare sport, invece ho scoperto che c'è un mondo dietro il judo". È questo il commento di una madre al termine della conferenza intitolata "Judo, natural…mente" che si è svolta nella serata del 30 aprile al circolo del Parco del Carrozzone a Reggio Emilia. L'evento, organizzato dall'associazione sportiva dilettantistica (asd) Shung Do Kwan, è stato l'occasione per discutere di educazione fisica ed allenamento, di etica ed estetica che regolano l'attività motoria. Al centro dell'iniziativa, quinta edizione del Memorial Otello Bisi, anche il desiderio di ricordare uno storico dirigente Uisp che ha fortemente contributo alla diffusione delle discipline orientali nella città reggiana.

"Ricordiamo mio padre con un evento culturale piuttosto che con un torneo - è il commento di Mauro Bisi, direttore tecnico del settore judo della Shung Do Kwan - per essere fedeli all'impostazione che negli anni lui ha dato alla nostra scuola, non esclusivamente agonistica. Questo per vedere il judo in un'accezione più ampia, con i suoi aspetti etici. Da 5 anni chiamiamo a questi incontri enti diversi, con formazioni differenti. L'eterogeneità dei relatori è per noi un arricchimento". Erano 4 le testimonianze presenti alla conferenza. Matilde Cavaciocchi, insegnante dell'associazione Arca di Prato, ha aperto parlando di etica ed estetica nel judo. Piero Comino, maestro 7° dan di Udine e responsabile tecnico della squadra nazionale romena, ha analizzato il passaggio dalla semplice ripetizione del movimento al gesto creativo. Daniele Guerra, commissario tecnico Fijlkam (Federazione italiana judo, lotta, karate, arti marziali) dell'Emilia-Romagna, ha sottolineato la validità del judo come strumento per il superamento delle difficoltà motorie. Infine Ivana Gaio Barioli, maestra del Bu-sen di Milano, ha posto l'attenzione sullo sviluppo della pratica a partire dall'atteggiamento mentale. Tra gli ospiti anche la prof.ssa di lingua giapponese Kaori Uemura dell'università Ca' Foscari di Venezia, che ha introdotto alla serata con esempi di ideogrammi giapponesi e una discussione sull'arte della calligrafia, e Ilenia Malavasi, assessore all'istruzione della Provincia di Reggio Emilia, che si è concentrata sul valore educativo dello sport.

Come da tradizione il memorial è servito anche a raccogliere, con libera sottoscrizione, fondi che saranno donati al reparto di pneumologia dell'Asmn di Reggio Emilia. Un ulteriore elemento di merito per questa iniziativa che rappresenta appieno lo spirito della Shung Do Kwan, asd che conta più di 400 tesserati ed è la più antica palestra di arti marziali reggiana. "Quest'anno cade il 60° anniversario della fondazione - sottolinea Bisi - e nonostante gli anni continuiamo ad avere maestri di spicco. Oltre all'approccio culturale facciamo attività con i non vedenti e con ragazzi provenienti da situazioni di disagio sociale e avviamento al judo con bambini dai 3 anni in su. Non abbiamo l'eccellenza agonistica ma puntiamo sulla trasversalità del judo, visto sempre come mezzo e non come fine".

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